Da un’economia transazionale, basata sulla vendita di beni e servizi e sulla logica del prodotto, si è passati ormai all’economia della condivisione, in cui predomina una logica di servizio incentrata sulla co-creazione di valore.
Lo spostamento delle priorità dalle risorse tangibili (Goods Dominant Logic) a quelle intangibili (Service Dominant Logic), identifica una nuova value proposition, basata sullo scambio di conoscenze e competenze non acquistabili sul mercato e volte alla co-creazione di valore, che presuppone l’interazione diretta tra le parti.
Oggi predomina l’accesso temporaneo alle risorse e l’interesse si sposta sulla costruzione di reti interattive e dinamiche, nelle quali le organizzazioni individuano il miglior modo possibile per perseguire i propri interessi; all’interno di questi network si condividono norme, attività e processi, si attribuisce valore alla conoscenza e si collabora nella definizione di obiettivi, significati e valori.
La nuova economia della condivisione è basata sulla fiducia, sulla sostenibilità e sull’interdipendenza tra gli attori in gioco. Le nuove strutture organizzative non sono più verticali e orientate al solo profitto ma diventano orizzontali e orientate alla creazione di valore nel lungo periodo.
Partendo dai mezzi e dalle tecnologie che si hanno a disposizione, si giunge oggi alla creazione di una rete sempre più ampia, in cui il produttore incontra il consumatore, scambiando pareri e opinioni, con l’unico intento di creare valore condiviso, inteso come “insieme delle politiche e delle pratiche operative che rafforzano la competitività di un’azienda, migliorando nello stesso tempo le condizioni economiche e sociali della comunità in cui essa opera” (Porter, 2011).
Oggi più che mai c’è bisogno di interazione, condivisione di valori e progettualità.
Articolo tratto da Samantha Marsella, "Il mondo dei makers. Nuove strategie e nuove opportunità nell’era della Sharing Economy", tesi magistrale in Marketing Strategico, 2017.